La Storia

La notizia più antica che ci è pervenuta sulla presenza delle balestre in Lucca si deve far
risalire al 1169.


Durante la guerra con la vicina Pisa, il governo della città, preoccupato dai continui attacchi pisani, chiede aiuto a Genova che invia un certo numero di balestrieri al fine di aumentare la potenza delle difese lucchesi ed in particolare delle rocche di Corvara ed Agnano.

Altre notizie ci pervengono dallo Statuto del Comune di Lucca 1308 che molto spesso dà norme ben specifiche sui "sagittarii" precisando che chiunque in caso di "sturmo, aerta, od altro simile avvenimento, sia colto a scagliare frecce con la balestra stando nella propria abitazione sarà punito con una sanzione di 500 libbre e con la distruzione integrale dell'abitazione (ad fundamentam)". Dalle "Croniche" del Sercambi si possono ricavare molteplici notizie e disegni sull'uso delle balestre sia in guerra che in pace, non da ultimo ricorda che nel 1369 ottenuta la libertà dai pisani, furono eletti da parte degli anziani, certi cittadini atti a combattere con la balestra per prendere Pontetetto (sempre occupato dai nemici).

Nei bandi del 1341 il Vicario rende noto che chiunque sia in possesso di balestra grossa o "da du piè" deve darne notizia entro la sera stessa, pena di venticinque "libbre".

Da uno statuto del 1372 si può rilevare con precisione, l'armamento dei balestrieri cittadini che erano distinti i connestabili o caporali ed armati semplici. I primi erano armati con una corazzina o lorica, armatura in ferro a protezione del capo, il gladio, la spada, la faretra, il crocco e la balestra; per i secondi invece è indicato solo l'armamento del capo, il gladio, il crocco, e la balestra. Nel documento, del 1381, che sancisce la riorganizzazione dell'esercito del territorio extraurbano si prevede che su 2000 armati delle Vicarie, 1350 debbano essere balestrieri, 400 palvesari e 250 tavolaccini. I balestrieri erano obbligati dal Governo stesso, ad una serie di esercitazioni sotto la sorveglianza di appostiti incaricati accompagnati da un Milite del Podestà e da un notaro dell'Ufficiale di Custodia, sotto la pena di venti soldi piccoli nel caso di assenza ingiustificata. Dette esercitazioni erano effettuate in appositi campi di tiro realizzati a Pontetetto, a Ponte San Pietro ed a San Pietro a Vico.

Nel secolo XIV l'uso, della balestra era piuttosto comune mentre restava difficile reperire coloro che fossero in grado di effettuare la manutenzione e la preparazione delle armi. Questa attività era seguita, di solito, dal maestro d'armi che spesso veniva assoldato fuori città come nel caso del fiorentino Filippo Loni, "magistri balistarum" in Lucca dal 1370 al 1375 cui erano assegnati tre fiorini d'oro mensili esenti da qualsiasi gabella (Arch. di Stato Lucca - "Consiglio Generale-Riformagioni Pubbliche n°l,"- c.CXVI v.) Al contempo, bisogna notare che un tal Franceschino da Lucca fu maestro di balestra ad Udine nel 1372, e in molti trattati si parla della maestria, dei balestrieri lucchesi contrapposti addirittura ai più celebri Genovesi.

 

Non abbiamo notizie precise sulla disputa di un Palio della Balestra nei secoli XIII e XIV anche se si sa per certo che Castruccio Castracani delli Antelminelli (1290-1330) signore di Lucca dal 1305 al 1330 volle che fosse istituito un premio da destinare ai balestrieri più capaci al fine di invogliare i giovani all'esercizio di tale arma ritenuta "ad defensionem strumentum aptissimum", I1 primo documento pervenutoci testimoniante la disputa del Palio cittadino, risale al 22 giugno 1443 data in cui il Vessillifero di Giustizia propose l'istituzione di un premio in Fiorini d'oro per i balestrieri.

Sette giorni dopo, il 29 giugno, gli Anziani assieme al Vessillifero di Giustizia ed ai Sei sull'Entrata, con parere unanimemente favorevole approvano i nuovi ordini sui balestrieri.