Il Palio

La Compagnia dei Balestrieri di Lucca disputa regolarmente il palio in onore di San Paolino, Patrono della città di Lucca, la sera del 12 Luglio di ogni anno.

I balestrieri si alternano al tiro rispettando quelle stesse regole sancite dai loro avi 500 anni fa convinti di essere i depositari di un'arte secolare. L'unica differenza con I'antico Palio è la distanza da cui si scoccano le verrette contro la brocca di 12 cm. di diametro: oggi "solo" 36 mt. per uniformarsi alla distanza stabilita dal regolamento della Federazione Italiana Tiro con la Balestra. Al termine della competizione i giudici, dopo attento esame, premiano i primi quattro classificati; al Terziere del vincitore va il tradizionale "Palio" (drappo dipinto da un pittore cittadino.) Il Terziere che vanta il maggior numero di successi è quello di San Martino con 13 vittorie, seguito da quello di San Paolino con 9 e da quello di San Salvatore con 8.

In antichità la gara doveva svolgersi due volte I'anno, il primo maggio ed il primo settembre con assegnazione di un premio di 18 fiorini d'oro a carico del Comune di Lucca da dividersi fra i primi quattro classificati.

Gli Anziani stabilivano il luogo della disfida di volta in volta, anche se, di preferenza venne quasi sempre disputato nel cortile del Palazzo Pubblico dove veniva posta una ruota nel centro della quale era individuato un piccolo cerchio, detto "brocca". Ogni concorrente, il cui nome era stato imbussolato all'atto della iscrizione doveva scagliare una sola freccia, recante scritto il proprio nome, dalla rispettosa distanza di 120 passi. Al termine della prova un'apposita commissione nominata dagli Anziani e vincolata da giuramento di non commettere ingiustizie e di eseguire l'incarico con diligenza, si avvicinava alla ruota ed estraeva le frecce una ad una sino a determinare le quattro più vicine al centro cui spettava il premio stabilito.

Il regolamento del '43 era estremamente dettagliato e preciso, prevedendo tutte le possibili situazioni di gara ed arrivando a stabilire i modi di classificare le varie frecce equidistanti dal centro: si prevede infatti che prima debba essere quella conficcata nella parte superiore del centro seguita da quelle conficcate nella parte inferiore ed infine quelle, conficcate lateralmente.

Le frecce dovevano recare iscritto, pena la squalifica, il nome di colui che le aveva scagliate onde poterne consentire il riconoscimento, ed era previsto che una freccia si considerasse valida ai fini della classifica solo se aveva raggiunto il legno del bersaglio mentre si consideravano nulle quelle non conficcate, rotte (ove non fossero riconoscibili) oppure conficcate in una freccia precedentemente piantatasi e nel caso che due verrettoni si trovassero nelle medesime condizioni era considerato vincitore quello scagliato per primo.

II regolamento prevedeva che i partecipanti alla gara dovessero provvedere a far imbussolare i loro nomi per la successiva estrazione dell'ordine di tiro, fatto importantissimo perchè le frecce restando conficcate nel bersaglio, non consentivano a tutti di poter colpire liberamente il centro. Alla gara potevano partecipare solo cittadini lucchesi, del contado, del distretto oppure gli abitanti nel contado, nel distretto o nella Forza.

Altro requisito indispensabile era di gareggiare con balestra e freccia propria sotto pena di una sanzione di due ducati. Nel 1447 il Vessillifero di Giustizia propose di apportare alcune modifiche evidenziando la situazione critica verificatasi in occasione della disputa semestrale del Palio delle balestre in concomitanza del Palio dei cavalli. La grandissima partecipazione di concorrenti e di popolo al Palio della balestra andava a grave discapito del Palio dei cavalli che era stato quasi del tutto ignorato dai lucchesi.

Per impedire che l'antica tradizione della corsa dei cavalli andasse persa, il Consiglio Generale emanò una disposizione volta a proibire che le due manifestazioni avessero luogo nello stesso giorno. Il Palio delle Balestre era cosi seguito dalla cittadinanza che nel 1448 il Vessillifero dovette prendere severi provvedimenti perchè in occasione della gara si erano tutti recati ad assistere arrivando a lasciare sguarnite persino le porte delle Mura! Nel dicembre 1468 venne scritto un nuovo regolamento che prevedeva la disputa della gara delle balestre in occasione dell'elezione (bimestrale) del Collegio degli Anziani e che prevedeva I'assegnazione di solo tre premi di 4 e 2 ducati d'oro e, per il terzo classificato, di una targa con "sagittis in ea existensibus".

La diminuzione dei premi accompagnata dal progressivo sviluppo delle armi da fuoco portò allo spostamento dell'interesse verso queste ultime ed al conseguente declino della balestra. Dopo una delibera datata 18 luglio 1487 disciplinante l'uso e le esercitazioni con le armi da fuoco, in data 14 giugno 1490 si arrivò all'istituzione di quattro gare di tiro annue da disputarsi due con le balestre e due con gli archibugi. Le date furono: balestre per Natale e per la Festa di San Pietro, archibugi per San Regolo e per Pasqua. II disposto prevedeva anche che per favorire la diffusione delle armi da fuoco ogni castellano era tenuto a venderne a chiunque ne facesse richiesta.

L'epoca delle balestre era decisamente tramontata, e da li a pochi anni esse sparirono completamente dagli inventari degli arsenali della Repubblica tanto che in quello della rocchetta di Pietrasanta del 1496 si legge che assieme ad un notevole numero d bombarde, spingarde, archibugi, schioppi e mortai esistono solo 12 balestre; mentre un successivo inventario di tutte le armi di Pietrasanta redatto nell'anno successivo, elenca:

  • 66 balestre di legno "triste" di cui 31 con le noci, 35 senza;
  • 1 balestra da banco, senza banco
  • 7 balestre da noci senza noci Da ciò risulta che ormai le balestre erano in completo disuso senza che più alcuno si occupasse della loro manutenzione.