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Editoriale


....Perché un foglio di carta stampata nell’era della comunicazione globale?


A quello che pare come uno dei grandi interrogativi di fine secolo noi crediamo di poter dare una risposta: il grande patrimonio dell'informazione locale non deve scomparire.

Siamo, ormai, cittadini d’Europa, del mondo. Ma la maggior parte dei comuni mortali vive e lavora in una città (o in un paese), in un quartiere, in una via, in un palazzo. Lì vi trascorre la vita terrena e nello stesso posto passa ad una migliore (almeno così dicono).

In Europa non esistono più frontiere, in un’ora si vola da Milano a Parigi. Ma ogni mattina milioni di persone si infilano in macchina e impiegano lo stesso tempo per andare in ufficio o in fabbrica: il traffico, una sbarra abbassata ad un passaggio a livello, un ingorgo causato da un tamponamento.

Domanda: se in 60 minuti d’aereo vado da Milano a Parigi perché occorre lo stesso tempo per coprire i 50 chilometri che separano Castelnuovo Garfagnana da Lucca?

A Voi la risposta. Ciò che fa riflettere è che il pendolare di fine millennio non è poi tanto più fortunato di quello di inizio secolo, che in sella al suo cavallo o a bordo di una carrozza ci metteva appena poco di più.

Ma per raggiungere la scuola o il lavoro, alle soglie del 2000, il solito pendolare non ha altro mezzo se non l’automobile, perché le ferrovie viaggiano al ritmo delle lumache o perché i progetti delle famosissime "metropolitane leggere" sbandierati in campagna elettorale sono rimasti regolarmente chiusi nel cassetto dell’assessore.

Divagazione sul tema per dire, allora, che il mondo senza frontiere è pur sempre un mondo fatto di piccole cose quotidiane, che accadono a New York e Belgrado come a un passo da casa.

La nostra casa - minuscola se rapportata al mondo, grandisssima se a ognuno di noi - è la Lucchesia. Un comune capoluogo, Lucca, e una serie di paesi (Capannori, Altopascio, Porcari i più popolosi) in cui 160 mila persone (ma molte, molte di più se si considera il turismo stanziale o di passaggio) sgomitano ogni giorno per dare un senso alla propria esistenza. Un occhio, certo, rivolto al mondo (l’industria della carta e del calzaturiero, i servizi, il turismo), l’altro attento al contesto locale.

Perché, senza rinnegare il processo di universalità, non si può eliminare l’appartenenza ad una comunità, piccola o grande che sia. Le radici di un popolo sono parte integrante della nostra cultura, del nostro modo di essere e di pensare. Il passato, spesso, ci aiuta a capire chi siamo e cosa vogliamo.

Il pensiero corre indietro nel tempo, quando la campagna cominciava ad essere stretta e la città non aveva ancora granché da offrire. Per molti, troppi, il presente era durissimo e il futuro carico di incertezze. Non c'era altra strada se non quella di tentare altrove la fortuna. Ma tra tutti coloro che sono stati costretti a andarsene, quanti hanno davvero realizzato i loro sogni?

Per comprendere la tragedia di chi non ce l'ha fatta basta leggersi solo una parte dell'imponenente epistolario, per la maggior parte inedito, raccolto in archivi anche privati che raccontano le sofferenze fisiche ma soprattutto morali di questo esercito di disperati, andato incontro a un destino sconosciuto.

In queste lettere risulta chiarissima la tragedia peronale legata al violento sradicamento dagli affetti personali, dalle proprie radici, dalle proprie tradizioni.

Gioie e sofferenze di un popolo catapultato in un altro mondo, sfide tragicamente perdute o brillantemente superate. Questa è l'epopea dell'emigrazione, una delle tante pagine agrodolci della nostra storia recente.

Anche per questo, a testimonianza delle decine di migliaia di lucchesi che hanno scritto all'estero pagine di straordinaria umanità, nasce oggi un giornale locale. Un settimanale fatto da lucchesi e rivolto a tutti i lucchesi anche residenti all'estero.

Metropoli Lucca, che uscirà in tutte le edicole della Lucchesia a partire dal 26 agosto, è il frutto delle riflessioni appena fatte ed ha come obiettivo quello di fare cronaca locale. E di farla bene. Il che non significa raccogliere solo i fatti di nera, le catastrofi, i lutti che certo colpiscono anche una piccola comunità, ma significa soprattutto raccontare le miriadi di storie e di personaggi, i tantissimi avvenimenti solo all’apparenza di secondo piano che riempiono la vita dei cittadini di Lucca e dei lucchesi nel mondo

Anche Voi potete aiutarci a farlo, segnalando tutto ciò che, anche da lontano, darà a noi l’opportunità di raccontare meglio le storie legate a questa splendida terra.

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